Una tra le mete più amate dai visitatori per la sua dualità, culla del passato e del presente, dove si incontrano due città, Fes l’antica e la moderna, con tutti i contrasti che ciò comporta. Da una parte la modernità cerca di assomigliare al mondo occidentale con centri commerciali e una rete stradale perfettamente ordinata. Dall’altra la medina si dipana in un dedalo di strade e viuzze che porta in un labirinto infinito di negozi e artigianato.
Fes è un pugno allo stomaco, sarà difficile non provare dei sentimenti pungenti che si bilanciano fra l’ammirazione e la voglia di fuggire. Perché esula dai canoni classici di città europea con un bagaglio di odori, rumori e sapori ineguagliabili.
La Medina di Fes
Nei pressi della stazione delle corriere che si trova al di fuori delle mura c’è una fortezza chiamata Borj nord con annesso museo delle armi dedicato agli appassionati del genere. Dall’alto delle colline, disseminate di piccole tombe bianche, il forte Borj sud controlla il movimento della città.
Seguendo le mura si costeggia la strada chiamata Tour de Fez e si conoscono i vari ingressi nella medina: Bab Segma, Bab Shemsa, Bab Chorfa, Bab Mahrouk, Bab Guissa e Bab Jamai. Vicino alle ultime due sorge il cimitero dei merinidi con marmo bianco e lavori architettonici raffinati dove riposano gli ulti sultani di questa dinastia.
Moschee e Suk
Entrando a Bab Guissa riconosciamo il Palais Jamai Hotel dove si può soggiornare in un parco con aranceti, fontane e fiori che regalano un’oasi di pace all’interno del caos cittadino. La moschea Kairaouine ti farà ascoltare il canto dell’africa del nord, quello del muezzin, che richiama in preghiera i fedeli con il canto di Allah Akbar la mattina presto. A poca distanza risponderanno in coro le moschee di Er-Rsif, Andalusa e Es-Sahrij in un eco di antica religiosità.
Attorno alla moschea principale iniziamo a conoscere i suk, ossia i tipici mercati arabi. Il primo è suk el Attarine. Questo è dedicato ai profumi e alle spezie, sulla destra il suk el Henna, per le radici e foglie tintoree, afrodisiache eccetera. Proseguendo il primo mercato coperto, Kissaria, dove vengono venduti ricami, sete e broccati. Infine, Place Nejjarine con il suk dedicato ai falegnami.
Ci fermiamo un momento a contemplare l’arte della zona con la tomba di Moulay Idriss II. Si tratta del fondatore di Fes e ciò che chiamano l’horm, l’area sacra. Nel museo Fondouk Nejjarine invece scopriamo tutto il necessaire per la lavorazione e le varie fasi di produzione del legno. All’interno della grande moschea si cela una biblioteca dal valore inestimabile ma purtroppo è chiusa. Per cui non ci resta che visitare Place Seffarine e imparare il mestiere difficile della lavorazione dei metalli.
Ora non resta che cercare la conceria Chouaras nel quartiere dei tintori dove si possono vedere i lavoratori all’opera a cielo aperto che continuano un mestiere rimasto intatto dal medioevo. L’odore di pelle, acqua e guano sarà insopportabile ma ne varrà la pena.
Bab Boubjeloud
Siate veloci ad estrarre la macchina fotografica perché questa è una delle porte più blasonate. Disegnata con motivi arabeggianti e costruita in ceramica con due colori predominanti: il blu che simboleggia Fes, il verde l’Islam. In questa zona possiamo ammirare la Kasbah des Filalas, la Madrasa Bou Inania e il museo di arte e mestieri Musée du Batha.
La Madrasa in particolare sono gli alloggi che venivano consegnati agli studenti e si trovavano spesso vicino alla moschea in modo che non si allontanassero troppo e non perdessero l’attenzione sugli studi religiosi. Infine, segnalo nella parte nuova il Palazzo Reale antico centro amministrativo di Fes.
La capitale spirituale del Marocco ti attende e sono sicura che te ne innamorerai!