Tangeri è stata un luogo di incontri internazionali fino alla proclamazione di indipendenza nel 1956. Artisti, banchieri, intellettuali di Europa e del mondo si incontravano nei bar sulla spiaggia per discutere di frivolezze o per stipulare importanti contratti. Tangeri era il centro del mondo e il luogo mondano per eccellenza.
Poi la situazione è cambiata e ha subito lentamente un declino di interesse e di partecipazione. Le strade e le case sono state abbandonate e il jet set ha cercato nuovi lidi sui quali sbarcare. Oggi è frequentata prevalentemente da marocchini che fuggono dal caldo torrido estivo di Fez o nostalgici inglesi in pensione. Rimane comunque un alone di celebrità che i venti provenienti dal mare non hanno spazzato via.
Tangeri odierna
Memori dei tempi d’oro di Tangeri, i locali sono rimasti quelli che chiudono più tardi la sera rispetto a tutto il Marocco. Pertanto la zona è frequentata soprattutto per la vivace vita notturna. Il Tanger Inn, luogo di soggiorno dello scrittore William Burroughs, vide qui nascere il romanzo “Pasto Nudo” e conserva pressochè intatta la stanza nella quale abitava.
La Medina si estende alle spalle della dogana e alla sinistra del porto. L’ex ambasciata americana, la prima riconosciuta al mondo, conserva oggi una collezione permanente di opere di Eugène Delacroix, una di Yves St. Lauren e altre di artisti contemporanei marocchini.
Di fronte al Café Excelsior si può rendere omaggio alla tomba di Ibn Battouta, un famoso geografo e viaggiatore del XIV secolo. Battouta nacque qui a Tangeri, decise di fare un pellegrinaggio alla Mecca. Doveva impiegarci sei mesi, rimase in viaggio per 29 anni. Al ritorno raccontò le sue avventure a uno scriba che le raccolse in un libro successivamente intitolato El Rihla, il viaggio.
Altre opere di Eugène Delacroix sono conservate all’esterno della Medina, alla Galerie Delacroix nel Centro Culturale Francese di fronte a Il Minzah. Mentre in Rue d’Angleterre si può visitare la Galleria di Arte Moderna che espone opere di artisti marocchini nel Musée d’Art Contemporain de Tanger.
Anche il pittore Matisse soggiornò per alcuni periodi a Tangeri ridifinendo il suo stile pittorico che cambiò drasticamente. Alloggiava al Grand Hotel Villa de France, ora quasi in rovina, e dalla sua finestra poteva vedere il Grand Socco, la chiesa di St. Andrew, la medina e le spiagge nella baia.
Grand Socco è la piazza che si trova all’esterno della Medina ed è dominata dalla moschea Sidi Bouabid, edificata nel 1917. Qui si trovano numerosi bar e locali ed è diventato un punto turistico molto frequentato.
Ogni anno oltre 4 milioni di passeggeri attraversano lo stretto transitando dalla Spagna al Marocco e viceversa. Ha vissuto un periodo glorioso e non può che aspettarsi una rinnovata fama grazie alla sua posizione strategica fra Europa e Africa.