Turisti generosi, ma attenzione: che regali portare in Marocco?

È buona abitudine portare qualcosa in dono quando si va a trovare una persona. Allo stesso modo, anche quando si va in vacanza, sono tanti i turisti che hanno voglia di portare un omaggio agli abitanti del paese che andranno a visitare.

Mi capita spesso, infatti, che i partecipanti ai miei tour in Marocco mi chiedano cosa regalare ai marocchini, che genere di regali possano essere più graditi e più utili dalla popolazione. Eppure, confrontandomi con altri colleghi tour operator attivi sui paesi occidentali, questa è una domanda che a loro non viene fatta quasi mai.

Portare regali in Marocco: è giusto o sbagliato?

Per molti secoli il Marocco è stato una terra povera, ma oggi, fortunatamente, non è più così. Anche e soprattutto per merito del turismo, che oggi rappresenta una parte fondamentale e consistente dell’economia dell’intero paese.

Infatti, io consiglio sempre di far circolare il denaro all’interno del paese, acquistando ricordi e souvenir del Marocco per portare a casa prodotti artigianali e manifatture difficili da trovare in Italia. È questo il modo migliore, più utile e produttivo, di dare il nostro contributo al paese.

Ma ancora oggi è forte la convinzione che i paesi dell’Africa abbiano bisogno del nostro aiuto, di quello degli europei “ricchi e benestanti”. Certo, è vero che il benessere nel “continente nero” non è capillare, ed è altrettanto vero che essere generosi non guasta mai, ma volendo portare per forza dei regali alla popolazione marocchina, si rischia di apparire meno rispettosi si quanto si possa pensare. E di innescare un meccanismo di dipendenza tra i paesi africani e quelli europei.

Apparire turisti benefattori, infatti, non è una bella “fama”. Nel senso che manifestare il benessere dell’occidentale sotto forma di regali non richiesti, non fa altro che accentuare la supremazia dell’uomo bianco europeo nei confronti dell’Africa e dei suoi abitanti. È come confermare, ogni volta, che noi siamo “i ricchi” e loro “i poveri”, il “popolo inferiore”.

Fortunatamente, infatti, la maggior parte dei marocchini non vive in condizioni di povertà estrema e non ha bisogno dell’aiuto economico dei turisti in vacanza. Di certo un pensierino non infastidisce, soprattutto se lo si porta in casa delle famiglie che ci ospitano, ma la regola è, come per tutto nella vita: siate discreti e attenti a non esagerare.

Inoltre, quando si parla del Marocco, ma anche di altri paesi del Nordafrica, si racconta spesso dei tanti bambini che per strada circondano i turisti per ricevere qualche monetina. Alcuni bambini si improvvisano guide turistiche, offrendosi di accompagnare i viaggiatori nel luogo che stanno cercando, talvolta senza conoscere davvero la destinazione.

Quello che potrebbe sembrare un innocuo segno di ringraziamento o un gesto di affetto, fa scattare, invece, un meccanismo di business basato sullo sfruttamento dei bambini a scopi turistici. E nessun viaggiatore rispettoso dovrebbe aver voglia di incoraggiare questo tipo di comportamento decisamente diseducativo del turista ricco che “fa l’elemosina ai poveri”.

Il mio pensiero, nonché un accorato consiglio, è dunque quello di non dare soldi ai bambini per le strade del Marocco. Piuttosto, offritegli qualche piccolo dolcetto che in Marocco non viene venduto. Anche se, a pensarci bene, in Italia siamo sempre pronti ad insegnare ai nostri bambini a non accettare niente dagli sconosciuti, eppure quando siamo in vacanza non ci facciamo scappare l’occasione di fare il contrario.

regalo-bambino-marocchino

In linea generale, però, è sempre meglio dare cracker o una maglietta che distribuire oggetti che potrebbero non conoscere e che servirebbero soltanto a creare rifiuti, che spesso vengono dispersi nell’ambiente e non correttamente riciclati.

Mi viene in mente l’esempio di un turista che ha regalato ai bambini marocchini di un piccolo villaggio del sud, delle penne cancellabili e ricaricabili. Le penne sono utili, è vero, a scuola i bambini le usano molto, ma in Marocco non sono diffuse le ricariche, dunque quelle penne, terminato l’inchiostro, sarebbero state gettate e non riutilizzate a dovere. O di un altro viaggiatore che ha portato ai bambini dei bianchetti a nastro, pensando che fossero un regalo gradito per la scuola. Ma questo strumento così carino e a forma di topolino, non è così diffuso, specie nei villaggi dove si tende a voler aiutare di più, dunque i bambini li hanno smontati e gettati, un po’ delusi, perché quel topolino non era un giocattolo divertente.

Per non parlare di quando alcuni turisti hanno la felice idea di regalare dei libri alle popolazioni nomadi dell’Atlante, che non sanno né leggere né scrivere, oppure ho visto portare ai nomadi latte confezionato quando loro bevono solo quello delle loro capre! Va bene essere turisti generosi, dunque, ma attenzione a cosa si sceglie di regalare in Marocco.

A conclusione di queste nuove informazioni che con piacere vi condivido, ricordo che ai viaggiatori che mi chiedono cosa portare in Marocco, consiglio di non riempire valige con abiti, oggetti e accessori che per la popolazione marocchina potrebbero essere soltanto un ingombro, se non un’offesa. Piuttosto, il vostro pensiero sarà molto più gradito se donate ai bambini o agli adulti con cui entrate a contatto qualcosa di vostro, qualcosa che magari indossate e che a loro piace, come una maglietta o un cappellino. Aspettando che siano loro a mostrare interesse per quell’oggetto e non imporglielo come regalo pur di apparire generosi.

Ancor meglio, la regola aurea resta sempre e solo: acquistare prodotti locali, scegliere strutture e ristoranti locali, dare qualche mancia ai camerieri, autisti, guide…cosa non diffusa nella nostra cultura, ma che fa invece parte della fiera cultura marocchina.

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Chi sono

in marocco con lisa

Mi chiamo Lisa e fin da piccola ero affascinata dai racconti di viaggi e dalle altre culture.

Oggi con T.L. TOURS, organizziamo tour in Marocco con l’obiettivo di far conoscere la vera cultura, l’ospitalità e le tradizioni attraverso il contatto con la gente locale

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