Se avete amici o conoscenti che sono già stati in Marocco, sicuramente vi avranno parlato degli animali da lavoro che si incontrano per le strade. A Marrakech, ma anche in altre città e villaggi, i cavalli e gli asini svolgono ancora oggi il compito di trainare carretti carichi di merci di ogni genere, alimenti e materiali edili.
In Italia questa scena è molto più rara, al massimo si può osservarla nei piccoli paesini di montagna o in campagna, mentre è molto più comune vedere gli animali utilizzati come forma di attrazione turistica nelle grandi città italiane, ma lo stesso succede in Marocco.
Quella degli animali da intrattenimento turistico è una questione molto spinosa a cui si interessano gli amanti degli animali. Troppo spesso, infatti, dietro a un imponente e bellissimo dromedario o cavallo, si nascondono storie di sfruttamento e maltrattamenti sugli animali.
Ed è anche quello che accade con le bertucce, le scimmie che vivono in Marocco e che vengono impiegate nelle principali piazze di Marrakech come lenza per i turisti, come modo simpatico per attirarli e invitarli a scattare una foto con loro in cambio di denaro.
Adesso, io non ho intenzione di rattristarvi con il racconto di questi episodi, ma quello su cui mi preme informare i miei lettori, capitati qui per conoscere il Marocco e i suoi luoghi imperdibili, sono i modi per disincentivare lo sfruttamento della fauna locale ai fini turistici. Che comunque non avviene in tutti i contesti in cui sono impiegati gli animali e da parte di ogni lavoratore marocchino, cosa che è sempre bene specificare.
Mi piace pensare che, oltre alle informazioni su come preparare il vostro bagaglio per il Marocco, su quali cibi tipici assaggiare (anche se siete vegetariani), su come sottoscrivere un’assicurazione di viaggio, su quali esperienze fare se viaggiate con bambini, il mio compito di tour operator esperta della destinazione sia anche quello di rendervi viaggiatori sensibili e consapevoli.
Chi viaggia perché ama immergersi nelle culture differenti dalla nostra, sa bene che per essere dei veri turisti rispettosi bisogna approcciarsi con il dovuto riguardo non soltanto agli abitanti di quei paesi, ma anche ai loro animali, ai loro siti di interesse, ai loro paesaggi.
Fatta questa premessa, vi darò dei consigli su come comportarvi al meglio e vivere il vostro turismo all’insegna del rispetto degli animali del Marocco.
Foto sul cammello? No, grazie
Su molte riviste scientifiche mi è capitato di leggere che ogni anno sono milioni i turisti che pagano per attrazioni che coinvolgono gli animali. Ed è così che elefanti, scimmie, delfini, fenicotteri, pappagalli, serpenti, giaguari, cammelli e scimmie, ma anche molti altri animali, vengono utilizzati per attirare i turisti ed invogliarli a fare una foto con loro, a farci un giro, ad accarezzarli. In cambio chiedono qualche moneta (spesso anche decine di euro), e in questo modo si alimenta l’impiego di animali nel turismo.
Quando agli animali viene associato un tornaconto economico, e ciò avviene perché i turisti sono propensi a pagare per fare una “semplice” foto con gli animali locali, troppo spesso accade che dietro ad un’attrazione turistica ci siano tanti maltrattamenti.
Fortunatamente, negli anni in cui ho avuto modo di conoscere la cultura marocchina e la sua popolazione, non mi è capitato di avere a che fare con episodi di maltrattamento e sfruttamento né di vederli praticati. I miei collaboratori locali non mi hanno mai messa nelle condizioni di dubitare del rispetto e della cura con cui trattano i loro animali. Ed anche i turisti che ho accompagnato nei miei tour hanno notato – e manifestato a loro volta – il profondo rispetto con cui ci si approccia ai cammelli in Marocco, animali che sono profondamente rispettati nella cultura e ben inquadrati nel quotidiano.
Se da un lato è vero che il dromedario e il cammello sono animali che riescono a sopportare 450 chili di peso e a camminare per 24 ore consecutive, con 50 km di percorrenza al giorno, e che sono in grado di tollerare escursioni termiche da -20 °C a oltre 50 °C, oltre a sopportare l’assenza di cibo e acqua per decine di giorni, è anche vero che non bisogna approfittare di queste loro caratteristiche per vivere un’esperienza piacevole con questi animali.
La cammellata per arrivare al campo in cui alloggiano i turisti, e che è prevista anche dai miei tour, prevede che i passeggeri salgano ad uno ad uno sul cammello, senza i loro bagagli (che vengono trasportati sulle auto al seguito). I dromedari vengono fatti lavorare con i turisti un’ora al tramonto e una al mattino, mentre durante il giorno e, specie nelle ore più calde, vengono disellati e lasciati liberi. Il cammello viene definito “la nave del deserto”, per questo la maggior parte dei visitatori del Marocco ama fare questa esperienza. È anche vero che in tanti preferiscono non salire sul cammello ma raggiungere il campo in auto, dunque è prevista anche la possibilità di scelta.
Per essere dei viaggiatori sensibili e rispettosi, infatti, non serve stare lontani da qualsiasi tipo di esperienza con gli animali, ma basta seguire dei piccoli accorgimenti consapevoli per non fomentare le dinamiche di maltrattamento associate al turismo con gli animali che sfocia nello sfruttamento.
Animali in Marocco: incontrali nei parchi naturali
Per ammirare la bellezza degli animali selvatici che vivono in Marocco, si può vivere un’esperienza reale e rispettosa della distanza dagli animali, recandosi in uno dei parchi naturali nazionali del paese, fra cui il Parco Nazionale di Ifrane, il Parco Nazionale di Talassemtane o le cascate di Ouzoud,per citarne alcuni.
Lì gli animali vivono liberi nel loro habitat naturale, non vengono sottoposti a modalità di addestramento che non tengono conto del rispetto del benessere animale né gli viene fatto alcun rimprovero per insegnargli a comportarsi bene davanti ai turisti. Per questo motivo vi consiglio di non lasciarvi scappare l’opportunità di entrare a contatto con gli animali in questi contesti, che poi è il modo che più permette di rispettarli e rispettare la loro natura.
Diventare un viaggiatore consapevole e rispettoso è l’unico modo per conoscere il Marocco più vero e tenere lontani i pregiudizi (ebbene sì, il Marocco è un paese sicuro, a differenza di quanto la disinformazione voglia farvi credere). E per conoscere il Marocco non è essenziale fare una foto sul cammello, con una scimmia o con un serpente sulle spalle.